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Dietro la Nostra Santa Madre : come una figlia dopo sua madre

È un fatto: rari, per non dire inesistenti, sono gli studi che accostano la Beata Maria dell’Incarnazione a Madre Santa Teresa.
Questo primo approccio è rivelatore: ciò che separa le due grandi del Carmelo, cioè lo stato di vita, la nazionalità, il temperamento, è di poca importanza se paragonato a ciò che le unisce.
La stessa esperienza della presenza di Dio, lo stesso primato della carità operosa, lo zelo apostolico, l’amore della Chiesa, il desiderio di unione con Dio, la grazia d’intimità con lui, la contemplazione delle sofferenze di Cristo, l’abbandono a Dio, mostrano nella Beata Maria dell’Incarnazione una personalità ricca e allo stesso tempo una vera figlia di S. Teresa, erede del suo spirito.

« DIETRO LA NOSTRA SANTA MADRE COME UNA FIGLIA DOPO SUA MADRE »SV, Riti, 2236, f. 734. Nel resto del testo per semplificare, saranno menzionati solo i numeri dei volumi e dei fogli del processo di beatificazione conservati nell’Archivio Vaticano.
ovvero : Suor Maria dell’Incarnazione, una figlia amatissima di Santa Teresa

Conferenza di Suor Anne Thérèse di Gesù, ocd

In questo mese di ottobre del 2005, chiusura del quarto centenario dell’introduzione in Francia dell’Ordine di S. Teresa tramite MADAME ACARIE, ci sembra opportuno affrontare il vissuto teresiano di quest’ultima, cioè, di cercare l’influenza di Teresa su MADAME ACARIE.

A prima vista, queste due donne sembrano avere in comune il fatto di essere entrambe delle sante carmelitane scalze! Ma molti aspetti della loro vita sono differenti.

TERESA entra in convento a vent’anni, senza vocazione, facendosi violenza.
BARBE AVRILLOT ha la vocazione per servire i poveri a quattordici anni, e incontra una forte opposizione da parte della sua famiglia, che la conduce ad accettare il matrimonio a sedici anni e mezzo.

TERESA da suora, vegeta per circa venti anni in una vita religiosa divisa tra Dio e passatempi mondani.
MADAME ACARIE, moglie, madre, in una vita pienamente mondana, fa una radicale esperienza di Dio all’età di ventidue anni. La sua vita spirituale raggiunge rapidamente un alto livello, e questo livello, grazie ad una grande fedeltà alla grazia, sarà in costante aumento.

TERESA condivide il desiderio dei suoi superiori, e lascerà una grande quantità di scritti spirituali.
MADAME ACARIE brucerà, per umiltà, quello che ha scritto, e dopo la sua morte, i contrasti all’interno del Carmelo francese provocheranno la scomparsa della maggior parte delle sue lettere e di altri scritti spirituali minori.

TERESA riceve la grazia di una ferita mistica al cuore che descrive in dettaglio. Nel corso dei secoli, scrittori e pittori faranno a gara per rappresentare questo periodo della sua vita che infatti è uno dei più noti.
La giovane MADAME ACARIE riceve la grazia delle stimmate, nel cuore, nella testa, nei piedi e nelle mani, intorno all’età di ventisette anni. Solamente lei mantiene il segreto e il silenzio impostole dai confessori per tutta la vita. Si noti che le stimmate sono altrettanto invisibili come il cuore in estasi di Santa Teresa. Oggi, studi accuratiCfr. in particolare « La stigmatizzazione » del Dr. Imbert-Gourbeyre, a cura di Joachim Bouflet, Jérôme Million, 1996. ci conducono a riconoscere in MADAME ACARIE la prima francese autenticamente stigmatizzata. Ma chi lo sa ?

TERESA appare nella storia come la grande riformatrice del Carmelo, e ciò non tenendo conto completamente degli aiuti influenti incontrati nello svolgimento della sua opera nella persona del vescovo di Avila, Don Alvaro de Mendoza, in quella di San Pietro Alcantara, di Donna Guiomar de Ulloa, di vari membri della sua famiglia e di numerosi religiosi complici, osiamo dire.
MADAME ACARIE è pochissimo conosciuta in Francia come nell’ Ordine del Carmelo. Il suo ruolo di primo piano come fondatrice del Carmelo francese, e di conseguenza come propagatrice principale del Carmelo in Europa, è stato praticamente cancellato a favore di collaboratori illustri, certamente, ma debitamente mandati da lei!

A quarantasette anni TERESA inizia in qualche modo la sua vita pubblica tramite la fondazione del suo primo monastero riformato (1562).
A quarantotto anni, MADAME ACARIE, vedova da meno di tre mesi, lascia il mondo dopo aver partecipato alla fondazione dei primi Carmeli, ed entra in quello di Amiens (1614), nella condizione oscura di sorella laica.

TERESA ha passato quarantasette anni di vita religiosa, sperimentando tutte le fasi della vita spirituale.
Maria dell’Incarnazione è stata quattro anni nella vita religiosa, già arrivata all’apice della sua vita spirituale.

Molte altre differenze potrebbero essere ulteriormente messe in evidenza, come il fatto che in gioventù TERESA ha goduto di un grande amore nella sua famiglia, mentre BARBE apparentemente ha vissuto in una casa cristiana senza molto calore, che è il minimo possiamo dire (persecuzione della madre).

Anche se molto provata di salute, TERESA non ha conosciuto l’infermità di BARBE che, a trentatre anni, si muoverà spesso con le stampelle (canne con l’impugnatura a T).

Ma queste due donne, guidate da una stessa passione per Gesù Cristo e la sua Chiesa, sono state fatte per incontrarsi e intendersi. L’iniziativa è partita da Madre Teresa.

Anche se è dimostrato che la MADAME ACARIE aveva già sentito parlare di leiVedere la conferenza di Christian Renoux, « La signora Acarie legge Teresa d’Avila », nell’ambito dell’Associazione degli Amici di Madame Acarie, 7 ottobre 2001., il loro primo vero incontro ha avuto luogo negli scritti teresiani, da poco tradotti e pubblicati a Parigi. Ed è stata una delusione! MADAME ACARIE aveva sofferto delle manifestazioni mistiche di cui Dio l’aveva gratificata, credendo sempre di essere preda di un demone. Aveva pregato intensamente per la riduzione o addirittura l’eliminazione degli effetti esterni e spettacolari di queste grazie. Non le piaceva di ritrovare tutto questo e di più, descritto, dettagliato, pubblicato nell’autobiografia di Madre Teresa e nel suo libro del Palazzo o Castello dell’anima! Ma TERESA vegliava : « Un giorno, nel corso dell’anno 1601, andando da casa sua ad ascoltare la Santa Messa al Petit Saint Antoine, improvvisamente sembrò a Madame Acarie di vedere la gloria che rispondeva alle perfezioni della Beata Madre Teresa, e da questo momento onorò molto questa santa. In ciò lei provò dapprima delle difficoltà, a causa delle visioni e rivelazioni che sono descritte nella sua vita, riguardo alle quali aveva una grande avversione »- testimonia il padre Cotton (2233, f 64).

Questo era un requisito indispensabile perché MADAME ACARIE accogliesse, con cuore aperto, la missione che le assegnò Teresa, poco dopo, da parte di Dio.

Teresa d’Avila, prendendo atto dei « mali » della Chiesa di Francia, aveva dato alla sua fondazione del Carmelo di San Giuseppe una direzione decisiva: austerità e preghiera per la santità del clero e la conversione degli eretici.
Presi da queste disgrazie della Chiesa di Francia, MADAME ACARIE e il suo entourage cercano soluzioni per ri-cristianizzare la Francia nei suoi strati più profondi. Madame Acarie da parte sua, fa ciò che è alla sua portata. Lunghe preghiere, la pratica regolare dei sacramenti, la mortificazione, ma anche la cura dei malati, il soccorso ai poveri, la protezione dei bambini non nati, la riconciliazione dei coniugi in serie difficoltà, lasollecitudine per rimuovere le donne dal peccato, l’accoglienza degli orfani, facendo tutto a tutti, giovani e meno giovani, con particolare attenzione nell’aiutare abbazie e conventi che stavano cercando di riformare se stessi dopo il disastro delle guerre di religione, sostenendo le necessità dei sacerdoti nella povertà materiale e spirituale ecc …
È in questo contesto che si comprende l’intervento di « Madre Teresa » e le sue parole. Sappiamo che apparve due volte a Madame Acarie, ad alcuni mesi di distanza, chiedendole di fare il possibile per portare il suo Ordine in Francia : « Come ho arricchito la Spagna di questo famoso ordine (il Carmelo riformato), tu, che riporti la pietà in Francia, procura di far beneficiare questo paese dello stesso favore »(2236, f. 330R).

Per la realizzazione di questa missione, di cui farà attentamente controllare l’autenticità dai teologi, MADAME ACARIE userà tutte le sue energie e tutte le sue conoscenze. Diventa così l’assistente della grande santa che persegue, oltre la sua morte, la realizzazione di un desiderio che è comune: la salvezza cristiana della Francia. Ma la premura di Teresa non si ferma qui. Di questa collaboratrice, vuole fare anche una figlia e una suora!

Pochi mesi dopo, nel luglio 1602, mentre il progetto di introdurre la riforma del Carmelo in Francia è accettato tramite il suo entourage, MADAME ACARIE si porta in Lorena e pregando nella basilica di St Nicolas de Port, Teresa d’Avila le appare di nuovo per farle vedere questa volta, il suo status futuro come carmelitana. In perfetta coerenza con il suo insegnamento alle prime figlie spagnole : « L’umiltà è il fondamento di tutto questo edificio (sia si tratti di una persona o di un Ordine) … così, sorelle mie, in modo che questo edificio abbia una buona base, cercate di essere la più piccola di tutte … » (7D, 4.8)Tutte le citazioni di S. Teresa sono da « Opere complete », traduzione di M. Auclair, Desclée de Brouwer, 1964., TERESA annuncia, senza giri di parole, a MADAME ACARIE, che entrerà al Carmelo, come suora laica, fatto che quest’ultima non aveva mai contemplato ma che accetterà, dopo una breve e vivace lotta interiore, anche prima di lasciare la basilica.

Dopo l’invio in missione e l’annuncio del suo stato futuro, la sollecitudine di Teresa per Madame Acarie continua a manifestarsi, sia nelle prove esteriori che nelle sue malattie.

Ecco degli esempi:
L’anno 1603 ha visto MADAME ACARIE assumersi gran parte del compito opprimente di monitoraggio e di finanziamento del cantiere del primo Carmelo di Parigi, nel Faubourg Saint Jacques. Molti la ritenevano ridicola giudicando una follia lo spendere tali somme per un convento in più, che non aveva nemmeno ottenuto l’autorizzazione dell’Ordine o quella della Santa Sede.
È in questo momento che un processo per un presunto stornamento di eredità le viene intentato dai genitori di una ragazza che aveva orientato vero l’Abbazia di Charmes.

MADAME ACARIE, prevedendo che « tutti i progetti di queste persone non potevano che produrre degli scandali importanti nelle menti che erano imbevute delle ragioni secondo la carne […] dedotte da queste procedure contro la devozione, (l’avvocato di queste persone, vista una materia così bella cadergli nelle mani, era pronto a pronunciare delle invettive contro la Beata e a far entrare nella sua arringa tutto quello che faceva, soprattutto il far venire delle religiose dalla Spagna …), cercò con tutti i mezzi di ammorbidire gli animi amareggiati e truffati … ma poiché questi erano preoccupati per la loro passione, si erano anche resi incapaci di riconoscere le sue ragioni … E alla fine quando le cose sembravano nella loro disposizione disperate, la nostra Beata Madre Teresa le apparve e le assicurò che i genitori della ragazza si sarebbero accordati senza che la causa andasse in giudizio entro pochi giorni, contro l’aspettativa di tutti  »(2236 f. 97-98r).

Più tardi, circa tre anni prima della sua entrata in religione, MADAME ACARIE fu prostrata da una grave malattia la cui incredibile storia ci è data da un parente che la accudiva, Marie Tudert, vedova di Jean Seguier. Mentre i medici avevano perso ogni speranza sulla sua guarigione e « un numero infinito di persone devote, sentendo il brusìo della sua morte vicina, accorrevano a frotte, inginocchiandosi accanto al suo letto per ottenere la sua benedizione, che umilmente rifiutava loro rispondendo che lei non ne aveva da dare, mi chiese di mandar via tutti. E dopo aver ricevuto qualche piccolo rimedio dalla mia mano, mi domandò il mantelloMantello portato dalla Spagna dalle madri fondatrici e conservato dopo di loro dalla comunità del primo Carmelo di Parigi, attualmente a Clamart. della nostra santa Madre Teresa che le mettemmo sotto la testa come un cuscino. Si addormentò presto e si riposò con un sonno molto dolce… e quando si svegliò non sapeva da dove veniva dicendo che nella sua vita non aveva mai potuto dormire un sonno così dolce e che si sentiva così rafforzata e così cambiata, che non sembrava fosse mai stata malata »(2235 f. 562-563).

Consapevole di questa predilezione di Madre Teresa verso di lei, MADAME ACARIE le dedica una grande venerazione. Una bella occasione si presenta per manifestare i suoi profondi sentimenti e la sua gratitudine.
La beatificazione di Teresa da parte di papa Paolo V ebbe luogo a Roma il 24 aprile 1614.
Non sappiamo esattamente il giorno in cui il Carmelo di Amiens celebrò la beatificazione, primo riconoscimento ufficiale da parte di Roma della santità della grande fondatrice dei Carmelitani Scalzi.
MADAME ACARIE ha vestito l’abito del Carmelo dopo due o tre settimane ed è ora chiamata suor Maria dell’Incarnazione. Ha messo così tanto entusiasmo e un tale impegno a preparare la festa e a decorare la chiesa che le sorelle sono stupite (cf. 2235 f. 444).
« Quando abbiamo fatto la festa della beatificazione della nostra Santa Madre Teresa in convento lei lavorò a lungo dal mattino alla sera ed a volte di notte … così infiammata di fervore e il viso così bello e verginale che bastava guardarla per prendere coraggio. Lei diceva « coraggio, lavoriamo, è per la nostra Santa Madre » e applicava la sua mente a cercare delle invenzioni per essere d’aiuto in tutto ciò che poteva, perché aveva una mente tanto eclettica che poteva applicarsi a tutto  »(2235 f. 679-680).

Tuttavia, secondo un altro testimone, « nel corso dell’anno in cui fu beatificata, Madre Teresa apparve alla nostra beata sorella che era nel coro di Amiens. La rimproverò severamente del fatto che un tempo non aveva stimato né lei né i suoi libri! » (2236 f. 149r).

Tutte queste manifestazioni soprannaturali con cui Teresa circonda MADAME ACARIE o SUOR MARIA DELL’INCARNAZIONE, sono solo segni esteriori di una intimità spirituale profonda, di una parentela reale nel loro modo di comprendere e vivere la vita in Dio e al Carmelo.

Un parallelo completo sulla loro spiritualità va oltre i limiti di questa comunicazione, come la competenza di colei che scrive.

Basta avvicinare molti dei loro scritti per consentire al lettore di apprezzarne la somiglianza di fondo, in una modalità di espressione, che, presso MADAME ACARIE, rivela una personalità e un’esperienza unica, lontana da ogni mimetismo, nonostante la conoscenza approfondita della vita e dell’insegnamento della Riformatrice del Carmelo.

La stessa l’esperienza del Dio interiore.

Al cuore della spiritualità carmelitana, troviamo un Dio vicino all’uomo. Un Dio così vicino, perché è in noi. È la consapevolezza di questa presenza che costruisce l’intero processo della preghiera, avanzata infinita per Dio al centro della nostra anima. Questa esperienza, le nostre due sante l’hanno fatta e testimoniata :

TERESA ha scritto :
« Vedo che nulla si può confrontare con la grande bellezza di un’anima e la sua vasta capacità … i beni che quest’anima può contenere, che abitano in questa anima, nei quali è il suo gran valore, noi lo consideriamo così raramente – è per questo che mettiamo così poca attenzione per conservarle la sua bellezza  ». (1D1, 1-2).

« È mia opinione che, se avessi capito, come faccio ora, che in questo piccolo palazzo che è la mia anima, viveva un grande re, io non lo avrei lasciato solo così spesso, io sarei stata … accanto a Lui  ». (Cammino, 28, 9,11).

E MADAME ACARIE:
« Considera, anima mia, un altro beneficio e riconosci come il tuo interiore è di così gran capacità che nessuna creatura basta a saziare uno dei suoi desideri  »(EV, p.74)V.E. o I « Veri Esercizi, come le « Lettere » di Madame Acarie, sono citati da « Scritti spirituali  », presentazione di Bernard Sesé, Arfuyen 2004.
« Niente, dissi, non potrà abitare né rimanere in te più che la semplicità e la purezza della Santissima Trinità, perché Dio è più intimamente più puro del tuo spirito, che non è più segreto di ciò che è dentro di te  ». (V.E., p.71).

Lo stesso primato dell’amore per la vita nel Carmelo :

Il Carmelo è l’amore nel cuore della Chiesa.
TERESA scrive :
« Qui il Signore ci chiede solo due scienze : l’amore della sua Maestà e del prossimo … noi riconosceremo, credo, che osserviamo bene entrambe queste due cose, se osserviamo bene quella di amare il nostro prossimo: questo sarà il segno più sicuro; noi non possiamo sapere se amiamo Dio … ma possiamo imparare, sì, se amiamo il prossimo. E siate certe che più farete più progressi in questo amore più lo farete nell’amore di Dio » (5D, III 7.8).

Mentre la MADAME ACARIE rispondendo così a Pierre Bérulle durante i suoi sforzi per ottenere l’insediamento delle suore spagnole :
« In nome di nostro Signore Gesù Cristo, fate la scelta dello spirito, dove risplende questa virtù della carità che mai è senza la luce vera, di cuori cordiali e pieni di amore, di anime fortemente comprensive delle necessità del prossimo – Abbiate grande riguardo … per informarvi, per coloro che desiderate condurre, se abbiano veramente la virtù della carità »(Lettera 2, p. 95).

Lo stesso zelo apostolico, lo stesso l’amore della Chiesa :

TERESA nel Cammino di perfezione, tracciando la storia della sua prima fondazione, mostra che il suo amore per Dio l’ha portata alla compassione per la sua Chiesa, soprattutto per quella di Francia, colpita dall’eresia :
« In quei giorni, ho appreso dei mali della Francia, i danni che erano stati fatti dai luterani è come è cresciuta questa disgraziata setta. Ho avuto un grande dolore e come se potessi qualcosa … ho pianto davanti al Signore e l’ho pregato di porre rimedio a questi mali … (Con le suore), tutte insieme, votate a pregare per i difensori della Chiesa … noi vorremo aiutare nella misura dei nostri mezzi, o mio Signore … Con questo in mente vi ha riunito qui; questa è la vostra vocazione, queste devono essere le vostre occupazioni, tali da essere essere l’oggetto dei vostri desideri, delle vostre lacrime e delle vostre istanze » (Cammino di perfezione – 2et4 I).

Come Teresa, MADAME ACARIE sente dolorosamente le disgrazie della Chiesa del suo tempo con un affetto speciale per l’Inghilterra, dove i cattolici sono perseguitati :
« Aveva un profondo risentimento per i disastri e i bisogni della chiesa e … compassione dell’Inghilterra. Quando ha sentito che gli eretici avevano fatto una certa confusione, era diventata tutta pallida e mostrava il risentimento che aveva con le lacrime e diceva queste sono le nostre occupazioni, è per questo che bisogna pregare. E ci ha incoraggiato a pregare per questo, e ci ha insegnato anche di più con l’esempio che con le sue esortazioni … ci diceva che provava un dispiacere molto grande, ogni domenica mattina, andando alla sua parrocchia di Saint Gervais, quando vedeva gli eretici nelle loro carrozze farsi trascinare al loro misero sermone. Ciò le dava materia sufficiente su cui lavorare a pregare per la loro conversione, e lo faceva con un fervore e uno zelo senza pari ». (2236, 147 RV).

Lo stesso desiderio di unione con Dio :

L’equilibrio umano e spirituale fa trovare loro il percorso comune nel cammino verso Dio. Vogliono che sia spogliato da tutti gli eventi straordinari, fonte di tante illusioni per molti.
TERESA dopo aver descritto, su richiesta del suo confessore, i più alti stati mistici che Dio le ha donato, ammette :
« Si può facilmente raggiungere una vera unione con il supporto di nostro Signore, se si cerca di ottenerlo non avendo altra intenzione che quella di legarci in tutto alla volontà di Dio (Castello 5D -3,3).
Non bisogna dubitare che ciò sia possibile, a condizione che siamo veramente unite alla volontà di Dio. Questa è l’unione che ho desiderato in tutta la mia vita, quella che non smetto di chiedere al Signore, quella che è la più chiara e più sicura » (Id. parag.4).

E come un’eco MADAME ACARIE scrisse a Maria, sua figlia, allora carmelitana ad Amiens :
A Lui (Dio) noi dobbiamo essere unite, forti nella rimozione di tutto ciò che ci può impedire questa unione di cui la nostra Santa Madre parla così bene nel suo libro il Castello dell’anima, al capitolo dove dice che ogni anima che vive religiosamente può raggiungere questa intima unione della nostra volontà alla volontà di Dio. Vi prego di domandarglielo caldamente per noi [cioè, per me] e noi lo faremo, aiutati dalla sua grazia, per voi (Lettera n° 11 p.124).

La stessa grazia d’intimità con Dio :

Entrambe vivono una tale presenza di Dio, che l’aiuto dei libri al momento della preghiera diventa inutile. (Sappiamo anche che tutte e due nella loro umiltà si assicuravano di avere un libro di spiritualità a portata di mano nei momenti di preghiera).
TERESA nella storia della sua vita, riporta :
« Quando si proibì un gran numero di libri scritti in castigliano, ero molto dispiaciuta, certamente quello che mi dilettava che non era più alla mia portata, poiché li leggevo in latino; il Signore mi disse: ‘Non essere in pena, ti darò un libro vivente’. Non riuscivo a capire perché mi si diceva questo, non avevo ancora avuto visioni, ma pochi giorni dopo, ho capito molto bene, tanto io trovavo argomenti di meditazione in quello che avevo davanti agli occhi: il Signore mi ha istruito in tanti modi, con tanto amore che i libri erano ormai quasi inutili, e anche molto. Sua Maestà è stato il vero libro dove ho trovato tutte le verità. Benedetto sia questo libro che ci ispira cosa leggere in un modo che non si può dimenticare » (Vita 26,5).
Anche se nel caso della MADAME ACARIE il contesto è diverso, il suo confessore, M. Duval è stato in grado di testimoniare quanto segue :
« Sollevata dalla Bontà Suprema a gradi eminenti di contemplazione, MADAME ACARIE non ebbe più bisogno di leggere i libri. Il Signore Dio, l’Onnipotente, fonte di verità e di luce inestinguibile era per lei conosciuto in modo migliore dei libri, era quello in cui, nel mezzo delle tenebre, lei leggeva più chiaramente di altri a mezzogiorno. Fu per lei, la fiamma luminosa che precede ogni passo e in ogni mossa ». (Duval, 2236,363 V).

Davanti a tanti favori, tutte e due sentono di più la loro miseria e reagiscono nello stesso modo :

Tanto che TERESA esclama : « Siate benedetto mio Signore, che avete fatto di un pasticcio sporco come sono io, un’acqua chiara in modo che si può portare sulla vostra tavola. Siate lodato, o delizia degli angeli, voi che volete elevare questo verme infame! »(Vita 19,2).

È stato riferito di MADAME ACARIE :
« Aveva spesso queste parole in bocca : Io sono un verme, non un essere umano, infamia degli uomini e rifiuto della gente » (2236-91v).
Diceva di se stessa : « Quando guardo me stessa, mi sento così triste … Mi si potrebbe schiacciare come un vermiciattolo senza che possa dire nulla » (2235, f. 698).

La stessa contemplazione delle sofferenze di Cristo :

Tutti i santi, tutti i grandi spirituali hanno a lungo meditato sulla Passione, questa Passione che dimostra di quale amore Gesù Cristo ci ha amati !

TERESA moltiplica i consigli alle figlie :
« Fissate lo sguardo sul Crocifisso, e tutto vi sembrerà facile » (7D, 4.8).

È un atteggiamento che si trova spesso in Suor MARIA DELL’INCARNAZIONE :
« Le nostre suore di casa la trovavano spesso nella sua cella, a baciare con fervore i piedi del crocifisso … [dicendo] Beh, che diremo nel vedere questo oggetto. Sarà possibile che noi non abbracciamo il disprezzo vedendo Dio ridotto a tale estremità » (2235.336 v).

Per TERESA, non si tratta solo di guardare ma anche di imitare Cristo :
« Prendete, figlia mia, la vostra parte della croce … non fate un caso a quello che vi si dirà … inciampando, cadendo con il vostro Sposo, non vi allontanate dalla croce, non la lasciate. Considerate … come le sue sofferenze superino la vostra …  » (Cammino, 26.7).

In quanto a MADAME ACARIE, non si è mai spogliata delle numerose molte croci incontrate nel suo cammino, fino alle ultime sull’orientamento dell’Ordine del Carmelo.
A Pontoise, poco prima della sua morte : « Mi ricordo che una volta l’ho trovata in lacrime, inginocchiata davanti al Crocifisso [della sua cella]. Aveva un’afflizione tra le più sensibili che ha avuto nella vita.  : « Beh, ci piace guardare al nostro Signore sulla croce e noi non vogliamo portarla » e mi ha raccontato cose diverse sul disprezzo [sopportato dal] figlio di Dio »(2236,106).

Getsemani :

A volte, lo stesso passo del Vangelo le ispira in maniera diversa. Entrambe contemplano l’amore con Cristo nel Getsemani, ma mentre TERESA è sensibile alla « solitudine » di Cristo e cerca di tenergli compagnia  : « Il mio metodo di preghiera è cercare di rappresentare Cristo in me, mi sento meglio, credo, a stare con lui dove è più solitario … In particolare nel Giardino degli Ulivi gli tenevo compagnia. Ho pensato al sudore e al dolore che aveva provato » (Vita, 9, 3),

MARIA DELL’INCARNAZIONE ricorda più il Cristo accompagnato, confortato dall’angelo per trarne una lezione di umiltà. Una delle sue compagne di religione testimonia : « Ha avuto una particolare devozione per l’Agonia di Nostro Signore nell’Orto degli Ulivi e ci ha detto spesso, vedete fino a che punto il Figlio di Dio si è ridotto, ricevere consolazione dalla sua creatura e Lui si sottopone ad essa, ed Egli l’accetta, e noi altri poveri, deboli e miserabili ci vergogniamo a scoprire le nostre debolezze e miserie e a ricevere aiuto da parte della creatura.
Una volta qualcuno le disse che voleva fare un quadro su questo mistero, ma che voleva vedere nostro Signore solo, e gli ha detto, e che voi ne volete rimuovere il soggetto più potente, e in cui appare il più grande eccesso di umiltà e abbassamento del Figlio di Dio quando è visto in ginocchio nell’angoscia estrema e l’angelo sua creatura lo consola »(2235, 724).

S. Marta :

Allo stesso modo l’insegnamento di Santa Teresa e quello della Beata, in riferimento a SANTA MARTA, sono significativamente differenti. L’esempio di quest’ultima rappresenta come un invito all’umiltà da Teresa. « Pensate a questa « casa », è la casa di Santa Marta e deve averci di tutto. Ricordare che ci vuole qualcuno a cucinare e siate felici di servire con Marta. Considerate che la vera umiltà è essenzialmente quella di essere pronte ad accontentarsi di ciò che Dio vuole per noi » (Cammino17, 5.6).

Mentre la Beata MARIA DELL’INCARNAZIONE, in una vocazione pienamente assunta come suora « conversa » ci vede un esempio di amore per Dio e del prossimo : « Ha rappresentato l’affetto con cui S. Marta serviva Nostro Signore e il grande amore con cui stava preparando da mangiare e con grande fervore diceva : « Vedete un poco se Nostro Signore fosse sulla terra e noi dovessimo preparargli la cena, con quale amore e devozione lo faremmo, così dobbiamo farlo riguardare nelle nostre suore e servirlo con una grande carità, senza mai stancarsi »(2235-764r).

 Va notato che non si trovano nelle parole di MADAME ACARIE considerazioni sulla vita « perfetta » sull’esempio di Marta e Maria, come fece giustamente Teresa della quale lei conosceva bene gli scritti.
SANTA TERESA ha scritto : « Marta e Maria devono fornire tutta l’ospitalità al Signore, tenerlo sempre con loro, e non fargli una cattiva ricezione senza dargli da mangiare. Come Maria, ancora seduta ai suoi piedi, lo avrebbe nutrito, se sua sorella non l’aiutava per nulla ? Il suo cibo è lo sforzo che facciamo per portare le anime a Lui attraverso tutti i mezzi possibili perché esse si salvino e non smettano mai di lodarlo ». (7D, 4.12).

La marchesa de Maignelay amica di lunga data di MADAME ACARIE ne dà un ritratto che – senza fare riferimento a Marta e Maria – è l’esempio perfetto di questa vita, donata tutto a Dio e al prossimo al tempo stesso. « È stata così indissolubilmente unita a Dio attraverso il sacro vincolo dell’amore che il suo cuore e la sua mente non si sono mai allontanati da Dio e che le occupazioni che abitualmente ci separano da Dio perché impegnano troppo i nostri sensi di creature, la innalzavano ordinariamente a Dio e la univano a lui più intimamente e perfettamente » (2236,395) … e in seguito « ho notato una presa così aderente dello spirito della beata a Dio, e una tale facilità a fare la conversione per tornare all’azione di preghiera che sembra che la sua vita sia stata una preghiera continua, ma attiva e viva » (2236.403 v). Questa è davvero, Marta e Maria in una sola persona, secondo i desideri di Teresa.

La sua facilità di spostarsi dalle azioni alla preghiera, MADAME ACARIE l’aveva acquisita con la sua fedeltà alla presenza di Dio in lei. (Cf. 2235, 618). « Se mai ha parlato di alcuni affari temporali della sua casa o di altri di pietà o, se per caso abbiamo dovuto interromperli in un momentaneo silenzio, in questo piccolo spazio di tempo, si rivolgeva a Dio con tanta efficacia, che dimenticava ciò che aveva detto prima … Vi assicuro di averlo visto visto diverse volte e ciò dimostra la gran fedeltà che aveva per tenere la mente connessa con Dio » ( 2236, 514). La testimonianza della figlia maggiore, Maria, permette di sapere che MADAME ACARIE seguiva, prima ancora di conoscerli, i consigli dati da S. Teresa per crescere nell’unione con Dio, « se tu parli, cerca di ricordare che vi è dentro di noi qualcuno con cui parlare e se ascoltiamo, dobbiamo ricordare che si deve ascoltare Colui che ci parla più da vicino. Infine, pensiamo che noi possiamo, se lo vogliamo, non allontanarci mai da questa buona compagnia ? … se possibile, spesso durante il giorno, o alcune volte. Quando questa abitudine sarà presa, ci guadagnerete prima o poi. Quando il Signore ve l’avrà data, non la vorrete scambiare ogni altro tesoro ». (Cammino, 29.7).

Eppure, nella sua grande umiltà MADAME ACARIE continuerà a istruirsi presso colei che è la Madre spirituale del Carmelo :
« … Verso la fine della sua vita, due o tre mesi prima di entrare in religione, aveva più libertà di leggere, e leggeva volentieri il Cammino della perfezione di S. Teresa o i Punti di umiltà di Padre Dom Sans, « Fogliante » [Cistercense riformato], o qualche altro [libro] trattante della virtù, perché lei sapeva, tramite tutto questo – diceva – che aveva delle mancanze e non aveva virtù ». (2.236-813).

L’elenco di parallelismi tra questi due sante potrebbe continuare a lungo: gli stessi consigli di preghiera e di ascesi, lo stesso amore di verità, la stessa pratica della povertà, con una stessa esigenza di pulizia, la stessa assiduità a meditare le Scritture, la stessa attrazione per la sofferenza in comunione con Cristo, lo stesso dolore all’approccio della morte di non avere amato Dio, e molte altre somiglianze, delle quali una delle più importanti, era la totale remissione della loro volontà a Dio, il fine ultimo del viaggio in Dio. Fu dunque in questo vertice spirituale che si compiono i  »Veri esercizi ».

« Signore… Ora ho rimesso tutto alla vostra santa cura e protezione in modo che la mia volontà sarà in tutto e per tutto in linea con la vostra, ed io delibero di cuore di prendere dalle vostre mani molto liberali, tutto ciò che vi parrà di inviarmi: o consolazione o dolore, salute o malattia, morte o vita, e qualsiasi altra cosa simile, e per questo io rinuncerò alla mia volontà propria in modo che non voglio avere nessun progetto » (Veri esercizi p.83).

Queste righe fanno riferimento al bel poema dove Teresa d’Avila si rimette « Nelle mani di Dio » :

« Sovrana Maestà
Dammi la morte, dammi la vita
Dammi salute o malattia…
Dammi consolazione o desolazione

Perché a tutto io dica sì
Ciò che voi ordinate sia fatto di me »

(Poesia II, p.1071-1072.). 

Per concludere questa breve presentazione sul ruolo di Teresa nella vita di Maria dell’Incarnazione diciamo che sperimentare la loro vicinanza è una grazia data al Carmelo di Pontoise, senza esclusiva, ovviamente.

Poco dopo la sua morte, suor Maria dell’Incarnazione è venuta, insieme a Teresa a visitare Madre Agnés di Gesù, sotto priora, che fu la prima novizia di Pontoise. Quest’ultima constata, quasi con stupore, che « entrambe erano uguali in gloria » (Duval, La vita ammirabile … 1623 p.778).
Madre Luise Jourdain, prima monaca professa del Carmelo de Pontoise, e in quel tempo priora del Carmelo di Borgogna, ricevette una visita simile.

« Poco dopo la morte della nostra Beata Suor Maria dell’Incarnazione, la nostra Santa Madre venne a visitare questa anima santa (Louise Joudain) portando con sé la nostra sorella beata Maria dell’Incarnazione, che la seguiva con il velo bianco sul volto e stava in silenzio dietro la nostra santa Madre come una ragazza dietro sua madre.

È un fatto : al Carmelo de Pontoise, Teresa d’Avila e Maria dell’Incarnazione resteranno legate, non solo nei cuori delle monache, ma ancora nell’architettura dei luoghi. – Già nel 1617, su richiesta di suor Maria dell’Incarnazione, è costruito in una soffitta, un piccolo eremo dedicato a colei che è ancora la Beata Madre Teresa, ed è nell’unica cappella della chiesa, cappella dedicata a Santa Teresa d’Avila nell’anno della sua canonizzazione (1622), che sarà innalzato il mausoleo di Maria dell’Incarnazione, offerto da Maria de’ Medici nel 1626-1627. Chiamati solo da Dio, folle di pellegrini verranno a questa tomba e Madre Jeanne di Gesù (Seguier) constaterà che « tutte le persone chiamano questa cappella » della Beata Suor Maria dell’Incarnazione « anche se noi (le Carmelitane) diciamo sempre che è di Santa Teresa » (2235-876 r).
Nel 1639, la stessa madre Jeanne fece trasformare in oratorio la piccola infermeria dove era morta suor Maria dell’Incarnazione, e scrivere in una decorazione pervenuta fino a noi, la menzione di varie visite di S. Teresa al capezzale della moribonda per consolarla e fortificarla.

Infine, oggi esiste ancora nel chiostro, una bella immagine che ricorda il seguente avvenimento. Una delle ultime visioni di Maria dell’Incarnazione sul letto di morte, fu quella di vedere  : « il Signore rivolgersi alla Beata Madre Teresa di Gesù, dandole in ricompensa … per quello che aveva sofferto nella fondazione dell’Ordine una rosa ammirabile di bellezza » (Duval, La Vita ammirabile .. ed. 1623 p.415-416), e la confidente di questa grazia commentò : « Non so la rosa raffiguri lei stessa perché a buon diritto possiamo chiamarla una rosa eccellentissima per la relazione grande che c’è tra la sua vita con la natura di questo fiore » (2236,30 v).

Da parte nostra, non esitiamo a vedere nella Beata Maria dell’Incarnazione questa rosa di tutta bellezza offerta dal Signore a santa Teresa d’Avila, come simbolo e primizia delle molte fondazioni, che ebbero per origine vicina o lontana, il primo Carmelo di Parigi, frutto del lavoro di Madame Acarie.

Suor Anne Thérèse di Gesù
Carmelo di Pontoise – 15 ottobre 2005.