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Biografia di Madame Acarie

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  • Categoria dell'articolo:Storia

• Bambina desiderata e felice nonostante un contesto di guerre civili, adolescente contrastata nella sua vocazione e maltrattata dalla madre,
• Sposata a sedici anni, giovane donna felice, madre di sei figli,
• Donna ricca che si moltiplica al servizio di tutte le sofferenze, che subisce con la sua famiglia le prove dell’Assedio di Parigi, che vede il marito bandito da Parigi poi rapito e rilasciato per riscatto,
• Donna sola con sei figli e suo padre, che è testimone della rovina finanziaria della sua casa, costretta a mettere i suoi figli con amici o parenti, e che combatte perché sia ​​fatta giustizia per suo marito,
• Chi ha tre cadute che la rendono paralizzata per il resto della sua vita, che si riprende nella sua proprietà e riunisce la sua famiglia.
• SCELTA E CHIAMATA DA SANTA TERESA D’AVILA PER PRESENTARE IL CARMELO RIFORMATO IN FRANCIA, ESEGUE QUESTO LAVORO, ASSISTITA DA EMINENTI COLLABORATORI.
• Consigliera spirituale di laici e religiose, promotrice e sostenitrice di riforme e fondazioni di conventi, vedova, scompare diventando suora laica nell’Ordine che ha introdotto in Francia.

MADAME ACARIE, BIOGRAFIA SUCCINTA

Conferenza di Michel PICARD, presidente

Nicolas e Maria Avrillot hanno avuto tre bambini che sono morti alla nascita.
Maria Avrillot di nuovo incinta, fece voto, secondo gli usi di pietà del suo tempo, di vestire il suo 4° bambino in bianco, con una cuffia bianca in onore della Vergine Maria, se sopravviveva.
Visse; fu Barbe Avrillot che diventerà Barbe Acarie poi suor Maria dell’Incarnazione, carmelitana, e sarà beatificata il 5 giugno1791.
Così cominciò, il 1° febbraio 1566, una vita straordinaria che è comodo raccontare in sette paragrafi :

Conviene innanzitutto sottolineare l’antichità dei fatti : due secoli prima degli avvenimenti della Rivoluzione francese.

1. Giovinezza di Barbe Avrillot

Barbe nacque dunque il 1° febbraio 1566, da Nicolas Avrillot, Signore di Champlatreux (vicino a Luzarques), Maestro dei Conti della Camera di Parigi, cavaliere della Regina di Navarra, buon cristiano che sarà presto un leghista convinto, e da Maria Lhuillier, d’una famiglia ancora più antica di quella del marito.
Il padre è abbastanza freddo e anche distante.
La madre è severa e anche a volte violenta.
Barbe avrà tre fratelli piccoli.
Conformemente al voto di sua madre, è vestita in bianco con una cuffia bianca fino a sette anni (nel 1573).
Piccola, « non aveva nessuna delle mancanze dell’infanzia » scriverà J.B.A. BOUCHER. ».
Probabilmente per preparare la sua prima comunione, è affidata a sua zia Isabelle Lhuillier, clarissa a Nostra-Signora di Longchamp.
Qui apprende a leggere, a cantare, a dire bene il suo rosario.
A Longchamp, è « timorosa e obbediente, non dispotica con le sue compagne, arrendevole subito, molto amabile ». « Tutti celebrano a gara la sua precoce saggezza ».
La sua formatrice, suor Jeanne di Mailly, l’ha incoraggiata alla virtù della forza e Barbe sarà forte, molto forte.
Aveva già il senso della mortificazione  : « Quando aveva commesso qualche piccola mancanza, lei stessa andava ad accusarsene portando la frusta perché si castighi ».
A Longchamp, la regola è stretta  : a 14 anni, le ragazze devono scegliere tra il noviziato di clarisse e l’uscita.
Dunque nel 1580, anno durante il quale infierirono a PARIGI la peste e il colera, Barbe opera la sua scelta : sarà religiosa all’Hôtel-Dieu per servire i poveri malati.
Sua madre non la pensa così  : sarà sposata.
Barbe ritorna in conseguenza al focolare paterno.
Poiché rifiuta ornamenti e gioielli, sua madre la sottopone ai rigori dell’inverno, di modo che avrà un piede gelato e che un osso sarà compromesso; le fa servire i pezzi di carne più grossolani e la chiama « la grosse bonnière ».
E’ in questa atmosfera familiare che Barbe Avrillot sposa alla fine Pierre Acarie all’età del 16 anni e mezzo.

2. Matrimonio e vita mondana

Pierre Acarie era poco più anziano di Barbe; non aveva che 22 o 23 anni quando si sposa nell’agosto 1582 con la sua cugina di 7° grado (i suoi bisavoli o bisnonni materni erano trisavoli o bis-bisnonni di Barbe).
Aveva studiato il diritto ad ORLEANS.
Pierre Acarie, figlio unico e orfano di padre, è visconte di Villemor, Signore di Montbrost e di Roncenay. Come suo suocero Nicolas Avrillot è membro della Corte dei Conti di Parigi, molto ricco, cattolicissimo e futuro leghista.
Le coppia s’installa a Parigi, nel Marais, rue des Juif diventata la rue Ferdinand Duval. La dimora è spaziosa, i domestici numerosi.
I due sposi sono molto innamorati l’uno dell’altro e Barbe, d’altronde molto bella, è ammirata e vezzeggiata da sua suocera.
I primi tre dei sei bambini nascono  :

– Nicolas, il 22 marzo 1584, quando ha 18 anni,
– Maria, all’inizio di luglio 1585,
– Pierre, nel marzo 1587.

Barbe s’occupa da vicino della loro educazione, molto aiutata in questo dalla sua domestica Andrée Levoix, amica intima che ha conosciuto a Longchamp. L’intesa tra le due donne è completa, il loro orrore del peccato comune. Ogni giorno, Andrée enumera le sue mancanze a Barbe, poi Barbe enuncia le sue ad Andrée (anche se questa si chiude le orecchie per non intenderle).
I bambini sono educati cristianamente, di certo, abbastanza severamente e soprattutto nel bandire la menzogna. Barbe Acarie ha orrore della menzogna, è un tratto capitale del suo carattere.
Il salotto Acarie riunisce la giovinezza dorata di Parigi; la vita è mondana, le feste numerose.
Barbe è coperta di ornamenti e gioielli, è il centro di questo piccolo mondo; è detta « La bella Acarie » e le piace.
E’ così abituata che l’incontro d’una creatura ancora più bella le provoca « del risentimento e del forte dispiacere ». E’ « toccata nella sua più grande vanità ».
Quando ha del tempo libero, legge ; « Si è data troppo alla lettura dei libri profani, degli scrittori piacevoli e dei romanzi » scriverà il suo biografo Duval, e in particolare degli “Amadigi” che sono dei romanzi d’amore tinti d’erotismo.
Un giorno, Pierre Acarie scopre le letture di sua moglie; è scandalizzato. Senza fare chiasso, rimpiazza i romanzi con pie letture.
E’ in queste condizioni che, verso 1587 probabilmente, a 21 o 22 anni, legge il pensiero seguente : « TROPPO È AVARO COLUI AL QUALE DIO NON BASTA ». E’ trasformata e la sua vita cambia radicalmente. Perché Barbe Acarie non agisce nella mezza misura, è sempre un tratto del suo carattere.

3. Metamorfosi spirituale di Madame Acarie

Barbe Acarie ha dunque deciso che Dio le basta e il resto dei suoi giorni sarà una continua avanzata verso di Lui con, così sembra, due principi di base.
1. « quando si dà il proprio tempo a Dio, se ne trova per tutto il resto ».
2. « Lo spirito di Dio non è per nulla ozioso. Le persone che non vogliono fare niente sono piuttosto carnali che spirituali ».
Allora « come una persona infaticabile, [lei ] si dedicava a tutto ciò che pensava contentasse il prossimo».
Esempi  :
1. Dopo la battaglia di Senlis nel 1589, durante l’ultima guerra di religione, più di 1200 combattenti erano restati sul campo di battaglia; l’ospedale Saint-Gervais era riempito di feriti. Barbe Acarie « andava con sua suocera tutti i giorni ad alleviare le loro pene ».
2. Durante l’assedio di Parigi da maggio ad agosto 1590, « all’Hôtel-Dieu passava le giornate intere con tale consolazione che non ne poteva uscire ».
3. Sempre durante l’assedio di Parigi, Barbe Acarie distribuiva agli affamati « il pane dalla sua bocca. Lo faceva con tanta accortezza che né suo marito, né sua suocera se ne accorgevano ».

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A questo regime, Dio risponde con dell’estasi.
La prima si verificò nella chiesa Saint-Gervais un giorno di festa verso le 8 nel corso della messa, probabilmente tra il 22 luglio e il 11 novembre 1590 (ha 24 anni). Lei pensò di « morire di dolcezza ». « Fino alla sera, restò senza muoversi, fuori dai sensi… Quasi senza respiro, tuttavia in ginocchio, e non poté ritornare in sé se non dopo essere stata svegliata da una domestica che la scosse fortemente ».
Queste estasi si moltiplicano. Hanno diverse conseguenze :

  • la immergono in una grande umiltà,
  • la inquietano fino all’estate del 1592 perché Barbe crede che vengano dal demonio,
  • pensa di respingerle, di nasconderle,
  • i medici diagnosticano una « esuberanza di sangue » e prescrivono dei salassi che l’indeboliscono molto,
  • più di cento volte, dice, si è coricata la sera con il dubbio di risvegliarsi l’indomani mattina.

Alla stessa epoca, e d’accordo di suo marito, lascia i suoi ornamenti mondani per vestirsi d’abiti molto semplici e di stoffe di poco pregio. Domanda a sua suocera  : « non si può trovare un abito che s’indossa in un solo colpo ? ». E ancora  : « Che cosa c’è di buono in tante cose intorno, nelle collane, nei braccialetti? Sono tutte accozzaglie che non servono che a far perdere tempo ».
L’educazione dei bambini Acarie riposa principalmente su Barbe; Andrée Levoix veglia ; « dove è Andrée, là è la pace ». Ma un dilemma preoccupa Barbe : tutto il suo tempo a Dio, certamente… ma deve anche preoccuparsi della felicità di Pierre. Il cappuccino Benedetto di Canfeld, il certosino Beaucousin, l’eccellente Gallemant la rimandano al suo dovere di stato. Barbe Acarie, che sceglie sistematicamente per lei la soluzione più austera, traduce : obbedienza totale ai minimi desideri di suo marito. E obbedirà, sempre, con un umore uguale, alle richieste più stravaganti di Pierre.
Ormai, starà con gli occhi bassi davanti agli uomini al fine di non « essere per gli altri un’occasione di caduta ». Prega, recitando il suo rosario con la figlia Maria, di sette anni. E’ già una consigliera ascoltata  : « qualsiasi persona che l’andasse a trovare se ne ritornava toccata straordinariamente da Dio ».
A partire del 1593, prova i dolori delle stimmate il venerdì, il sabato e i giorni di Quaresima. Ma queste stimmate non si vedono.

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Nel corso di questo periodo più particolarmente sociale (per impiegare il linguaggio attuale) e, certamente, mistico, Barbe Acarie ha ancora tre bambin i :
– Jean, il 6 febbraio 1589,
– Marguerite il 6 marzo 1590,
– Geneviève, nel febbraio 1592, in condizioni difficili, l’estasi di Barbe durante il parto mette in pericolo la madre e la figlia.
In questa epoca, nel 1593, Barbe Acarie ha 27 anni. E’ sempre molto bella; pratica fortemente l’orazione e, in tutte circostanze, la carità, l’obbedienza e l’umiltà; non dà tregua ai suoi peccati e anche alle sue imperfezioni (non distingue gli uni dalle altre) con un senso acuto della mortificazione; la sua salute non è brillante e sopporta grandi sofferenze fisiche « con un volto così uguale e un cuore così fermo che quelli che la vedevano erano tutti sbalorditi ».

4. Le prove

Pierre Acarie è leghista e anche un leghista molto noto.
Ha lottato contro Enrico IV. Teme fortemente una grave sanzione e dà a sua moglie la procura generale per la gestione dei suoi beni. Due settimane dopo questa procedimento, è bandito da Parigi ed è obbligato di stabilirsi presso i Certosini di Bourgfontaine vicino a Soissons, il 5 aprile 1594.
I suoi beni sono confiscati. Ha d’altra parte chiesto dei prestiti per finanziare la Lega; i creditori fanno confiscare l’immobile della rue des Juif e tutto ciò che contiene.
Barbe mette i suoi sei bambini al sicuro e trova asilo presso una cugina che le presta una camera e un’alcova in rue di Paradis.
E’ sottoposta ai peggiori insulti e talmente priva di mezzi che la fedele Andrée Levoix vende la sua cintura per procurare loro da mangiare.
Oltretutto Pierre, sempre prigioniero, è rapito nella Corte di Bourgfontaine. Barbe chiede dei prestiti e paga il riscatto.
Poco tempo dopo, verso il giugno 1595, Pierre Acarie è autorizzato a riavvicinarsi a Parigi; si sistema a Champlatreux, vicino a Luzarques, nella famiglia di Barbe.
Lei, buona cavallerizza, gli fa visita a cavallo. Nel 1596, al ritorno da Champlatreux, è disarcionata; il suo piede resta bloccato dentro la staffa ed è trainata per una lunga distanza. Il suo femore è rotto in tre punti; soffre atrocemente prima, durante e dopo l’intervento dello specialista Bailleul… che dimentica tuttavia di rimettere in posto un piccolo osso. Non solo, cammina con delle stampelle, ma il piccolo osso in questione le causa « per il resto dei suoi giorni grandi dolori e debolezza ».
Inoltre, nel rendere visita a suo figlio più grande Nicolas al Collège di Calvy, l’anno seguente, cade dalle scale, si rompe di nuovo la coscia ed è costretta a letto per tre mesi.
Pierre può riavvicinarsi ancora a Parigi e s’installa nella sua proprietà di campagna d’Ivry (a sud-est di Parigi); Barbe lo va a trovare; nel 1598, scivola e cade sui gradini della chiesa; è trasportata a Parigi su una barella; è definitivamente inferma.
Durante questi ultimi quattro anni, Barbe difende suo marito nei processi intentati dai creditori; il 20 giugno 1598, Pierre è costretto a vendere a vile prezzo il suo ufficio di Maestro dei Conti, ma, verso la stessa epoca, l’immobile della rue des Juif le è restituito e tutta la famiglia è riunita.
A 32 anni, resta sempre bella, gaia e piacevole; ha vissuto il suo spogliamento e i suoi incidenti fisici con una serenità che solo la sua umiltà e l’intimità con Dio spiega. Ricordiamo anche le sue estasi spossanti, le sue stimmate tremendamente dolorose, le sue cadute e alla fine la sua infermità.

5. L’introduzione del Carmelo in Francia

Barbe Acarie dispiega una grandissima attività sociale in favore delle prostitute. I più grandi religiosi e le persone più eminenti in santità e vita spirituale vengono a consultarla sebbene sia una laica. La casa della rue des Juif è sempre piena di gente…
Pierre Acarie, amareggiato dall’Editto di Nantes, dal suo esilio, dall’accaparramento e anche dalla docilità della moglie a suo riguardo, senza occupazione e decaduto, rende difficile il vivere con lui. Riconoscerà « che se sua moglie diventava santa, aveva molto contribuito alla sua santità ».
Barbe Acarie è anche missionaria; interviene in una maniera o d’un’altra, nella Riforma di numerosi monasteri  :

  • Saint-Etienne di Soissons
  • Le Figlie di Dio a Parigi e a Fontevrault
  • Foissy, Nostra-Signora aux Nonnains e Nostra-Signora des Pres vicino a Troyes
  • Nostra-Signora dell’Umiltà a Longchamp
  • Le Figlie di San-Luigi che tenevano l’Hôtel-Dieu a Pontoise
  • Montmartre
  • Montivilliers, vicino a Havre.

Qualche tempo dopo il raggruppamento familiare in rue des Juif, nell’autunno 1601, Barbe Acarie ha conoscenza i libri di Teresa d’Avila, riformatrice del Carmelo in Spagna. Non ne è entusiasmata.
Un poco più tardi  :

« La Beata Teresa apparve visibilmente a [Barbe] che faceva orazione e l’avvertì che tale era la volontà di Dio in questi termini : « come io ho arricchito la Spagna di questo Ordine molto celebre, così a te che restauri la pietà in Francia, do l’incarico di fare beneficiare questo paese dello stesso beneficio ». Questa visione restò sempre presente nel suo spirito e fortemente sepolta nel più profondo del suo cuore; ne custodiva il segreto.
Ma alla fine fu forzata suo malgrado di aprirsi al R.P. Beaucousin suo direttore e a confidare [questa visione] al suo esame, al suo consiglio e alle sue preghiere. Questo uomo d’un’eminente pietà e d’una perfetta prudenza fece questo esame con metodo e circospezione, e, dopo lunghe meditazioni, si fermò all’opinione che, dopo avere convocato un’assemblea d’uomini importanti, occorreva esaminare […] i mezzi per condurre l’impresa a buon fine »
.

Messieurs Gallemant, di Bretigny, Berulle e Duval se riunirono con il R.P. Beaucousin, nella cella di quest’ultimo esaminarono il progetto e consigliarono a Barbe di abbandonarlo.
Jean di Bretigny, castigliano da parte di padre e normanno da quella di madre, sognava dopo l’ottobre 1585 d’introdurre le carmelitane riformate in Francia. Ben altre persone avevano tentato questa operazione ma non vi erano riuscite. Di nuovo l’affare pareva irrealizzabile.
Sette od otto mesi più tardi ancora, Teresa d’Avila appare a Barbe Acarie, le ordina di rimettere in consultazione il suo antico progetto e le promette che si realizzerà.
I cinque preti sopracitati si riuniscono di nuovo, e con loro il futuro San Francesco di Sales e Barbe Acarie. Su insistenza di questi due ultimi, l’introduzione del Carmelo in Francia è decisa e i tre superiori dell’Ordine sono designati : Duval, Gallemant e Berulle, tutti i tre saggi oltre che pii.
Dopo diversi giorni di discussione sull’impresa e i mezzi della realizzazione, tre decisioni sono prese alla metà di giugno del 1602 dal piccolo gruppo :
1) il primo monastero sarà stabilito a Parigi.
2) sarà condotto dalle madri spagnole.
3) si chiederà a Roma che i voti pronunciati dalle carmelitane siano gli stessi sia in Francia che in Spagna e in Italia.
A partire dal luglio 1602, il Cancelliere Michel di Marillac apporta il suo aiuto prezioso a Barbe Acarie.
Già dopo qualche mese, giovani persone avide di rinnovo spirituale convergono verso il palazzo della rue des Juif e si pongono sotto la direzione di Barbe Acarie. Con Andrée Levoix esse formeranno alla fine la Congregazione santa Genoveffa che comprenderà sia delle giovani ragazze che delle giovani vedove, scelte con grande cura da Barbe Acarie per diventare le prime carmelitane francesi, o delle orsoline, o altre religiose.

In viaggio a Saint-Nicolas di Port, vicino a Nancy, Barbe ha una visione  : « Dio mi fece vedere che voleva che io fossi religiosa in questo Ordine e suora laica. Anche nostra madre Santa Teresa intervenne ». Questa prospettiva d’essere suor laica e non suora del coro contristò molto Barbe perché non avrebbe potuto cantare con le altre suore e si sarebbe ridotta a recitare solo dei « padre nostro ».
Dal giugno 1602 all’aprile 1603, grazie alle sue relazioni personali nelle più alte sfere del Regno, Barbe Acarie dirige i procedimenti che permetteranno la costruzione del primo Carmelo nel priorato di Nostra-Signora des Champs, faubourg Saint-Jacques a PARIGI.
La prima pietra è posata il 29 aprile 1603 e Barbe Acarie dirige i lavori con dolcezza e celerità, procurando i finanziamenti necessari, chiedendo a prestito delle somme considerevoli.
Parallelamente, costituisce l’equipe che deve condurre dalla Spagna delle Carmelitane che avevano vissuto con Teresa d’Avila e dunque erano impregnate della sua spiritualità. Barbe Acarie partecipa all’organizzazione della spedizione. La compagnia lascia Parigi il 26 settembre 1603. Occorrerà quasi un anno di procedimenti e gli interventi di Berulle per ottenere l’accordo dei Carmelitani sull’invio di sei carmelitane in Francia. Alla richiesta insistente di Barbe Acarie, sono scelte non per le grazie speciali di cui beneficiano, ma per la loro carità. Esse lasciano Avila il 29 agosto 1604 e arrivano a Parigi il 15 ottobre 1604.

6. Ultimi anni dentro il mondo

Il Carmelo dell’Incarnazione a Parigi è molto più grande da quelli previsti dalle Costituzioni spagnole del Carmelo; esistono d’altra parte delle discordanze importanti tra queste, per la cui applicazione si sono condotte in Francia a grande pena sei carmelitane spagnole, e la Bolla d’erezione del Carmelo in Francia. Ne risultano tutte le specie di difficoltà.
Ma solo due mesi dopo l’arrivo delle madri spagnole, bisogna aprire un nuovo Carmelo. Barbe Acarie sceglie Pontoise ; Michel di Marillac sistemò in otto giorni un piccolo immobile appartenente a Duval. Il Carmelo di San Giuseppe accoglie la sua priora il 15 gennaio 1605.
Nell’autunno dello stesso anno, Barbe Acarie organizza un terzo Carmelo a Digione. Nel 1606, sceglie d’impiantare il quarto Carmelo ad Amiens. Nel 1608, Tours. Nel giugno 1609, Rouen, etc.
Nella stessa epoca, gli avvenimenti che toccano la famiglia Acarie sono numerosi  :

  • Marguerite, il 5° bambino, entra al Carmelo dell’Incarnazione a Parigi il 15 settembre 1605 a 15 anni e mezzo,
  • Nicolas, il maggiore, si sposa all’inizio del1606,
  • Barbe è molto malata per la prima volta per tre settimane ; si teme che muoia,
  • Marie e Geneviève entrano a loro volta al Carmelo dell’Incarnazione e prendono tutte due l’abito il 23 marzo 1608.
  • Nell’inverno 1608, particolarmente rude, il palazzo della rue des Juif è pieno di sfortunati.
  • nel giugno 1610, Barbe Acarie è di nuovo in pericolo di morte per sei settimane.
  • il 17 novembre 1613, Pierre Acarie muore ad Ivry dopo una breve ma molto penosa malattia durante la quale Barbe, sebbene malata, l’assiste affettuosamente.
  • il 8 febbraio 1614, regola con due dei suoi figli la successione del marito, conservando per sé una rendita vitalizia, che dette l’indomani ai Carmeli d’Amiens e di Parigi.
  • sua nipotina Maria, figlia di Nicolas, muore all’età di sei anni.
  • il 15 febbraio 1614, Barbe entra al Carmelo d’Amiens come suora laica (o conversa).

7. La sua vita di carmelitana

Dio « le accordò ciò che aveva sempre così ardentemente desiderato […] essere serva delle serve di Dio ».
Entra nel Carmelo aiutata da Edmond di Messa che l’ha accompagnata sulla strada da Parigi ad Amiens, e sostenuta da due converse. E’ il suo stato di salute !
I suoi fatti e gesti, le sue parole non sono che umiltà. Suor Maria dell’Incarnazione prende l’abito il 7 aprile 1614.
Aiuta in cucina e serve a tutto quello che può  : « Faceva bene vederla così e intendere le parole infiammate che diceva senza pensarci strofinando e pulendo le scodelle e i vasi […] cercando delle invenzioni per farli ben puliti ».
Maria dell’Incarnazione « aveva ordinariamente alla mano » i Vangeli. La priora, Isabelle di Gesù-Cristo, poi il superiore Duval le avevano comandato di parlare alle novizie e alle altre suore contrariamente alla regola del silenzio. « Aveva un dono particolare per confermare i deboli e rassicurarli contro le tentazioni e gli scrupoli ».
Dalla sua entrata al Carmelo d’Amiens, è afflitta d’una terribile emorragia dalla quale guarisce miracolosamente. Nel 1615, soffre « di coliche e mali così violenti che quattro suore ben forti non sono sufficienti a tenerla perché la violenta sorpresa dei dolori la fa alzare sul letto ». La domenica delle Palme 1615 è « d’un freddo da morto in tutto il corpo […] non restandole più calore dello stomaco fino al cuore». Il suo confessore e la priora le comandano di chiedere a Dio di non morire ancora. Presto il calore ritorna nel suo corpo.
Qualche giorno più tardi, l’8 aprile 1615, Maria dell’Incarnazione fa la professione.

Il 22 maggio 1616, Duval procede alle elezioni della priora e della sotto-priora del Carmelo d’Amiens. Maria dell’Incarnazione è eletta priora all’unanimità. Non può tuttavia esercitare questa funzione in ragione dell’istruzioni ricevute a Saint-Nicolas di Port nel 1602 o 1603  : « Dio mi fece vedere che voleva che fossi religiosa in questo ordine e suora laica ». Una suora laica non può essere priora. Tuttavia, le carmelitane d’Amiens ricordano che la suora laica spagnola Anne di San Bartolomeo è diventata priora a Pontoise all’inizio 1605 e stimano che la loro unanimità valga una nuova istruzione divina. Duval, superiore, rifiuta e Anne del Santo-Sacramento sotto-priora a Parigi è eletta priora ad Amiens.
La nuova madre priora del Carmelo d’Amiens, ben poco materna, governa con una mano di ferro, « alla Turca » si dice. Proibisce specialmente a Maria dell’Incarnazione di guidare le altre suore, senza avvertirle di questa interdizione. La Beata è in conseguenza divisa tra il suo dovere d’obbedienza verso la priora « suo Gesù-Cristo sulla terra » da una parte, e il suo dovere d’obbedienza verso i superiori e il suo dovere di non diminuire la priora davanti alle suore.

Verso Ognissanti del 1616, Gallemant decide con due altri superiori di trasferire Maria dell’Incarnazione al Carmelo di Pontoise che ama tanto. Vi arriva il 7 dicembre 1616; è ricevuta con fervore e, dalla cucina o della sua cella, prodiga i suoi consigli alle novizie, alle suore e anche alla priora. Tutto è pace.
Tuttavia Berulle, uno dei superiori, diventato anche visitatore del Carmelo, vuole a questa epoca imporre un quarto voto alle carmelitane, quello di servitù. Maria dell’Incarnazione, che forse non dà lo stesso senso che Berulle dà alla parola servitù, è fondamentalmente contraria a questa idea di servitù : il cristiano, e più specialmente la carmelitana, non è schiavo ma libero. Questo conflitto le è particolarmente penoso.
La salute di Maria dell’Incarnazione non si è sensibilmente degradata ma non può restare in piedi, cammina con molta difficoltà e non può sedere che sul suo posto particolare, altrimenti il femore esce con grandi dolori.
Tuttavia, nel febbraio 1618, Maria dell’Incarnazione cade gravemente malata; è affetta, diremmo oggi, di emiplegia da ictus o “infarto rosso”. Soffre molto sempre con grande umiltà e spirito di mortificazione, ancorché il giorno di Pasqua, sia « felice e fuori dai sensi ». Un po’ più tardi, rivela  : « Se vedeste ciò che io soffro avreste pietà di me, e più di ciò che è interiore che di ciò che appare al di fuori ». Perché, alla sua debolezza fisica, s’aggiunge l’aridità spirituale.
La Beata Suor Maria dell’Incarnazione muore il mercoledì di Pasqua 18 aprile 1618 alle ore 17. Di fuori, la notizia si propaga, non si sa come  : « una moltitudine di popolo si trovò fuori e davanti la chiesa ». E dicevano gli uni agli altri  : « La santa è morta, la santa è morta ».

RIASSUNTO

Riassumendo  :

  • molto giovane, Barbe, d’una tempra già straordinaria sebbene non abbia che quattordici-quindici anni, desidera essere religiosa e occuparsi dei poveri malati, in un’epoca dove infierisce la peste e il colera.
  • Sposata giovane, madre di famiglia, è ammirata da tutto il bel mondo e diventa un po’ frivola.
  • La frase letta « Troppo è avaro colui al quale Dio non basta » provoca la sua conversione radicale che si manifesta in tutte le forme e in tutte le occasioni.
  • Sua preghiera, sua devozione all’Hôtel-Dieu, sua disponibilità a tutto, sua preoccupazione dei poveri e delle prostitute.
  • Le sue estasi che teme d’essere d’origine demoniaca e che nasconde.
  • Le sue stimmate invisibili molto dolorose,
  • Sua estrema umiltà e obbedienza assoluta, specialmente verso suo marito a titolo del dovere di stato.
  • Subisce senza debolezze il bando di suo marito, la confisca dei loro beni e particolarmente del palazzo della rue des Juif, la sua povertà, la caduta di cavallo, l’infermità.
  • Pierre Acarie è libero, il patrimonio della famiglia è ristabilito. L’attività di Barbe si dispiega ormai principalmente sull’orientamento delle giovani religiose, sul consiglio delle persone detentori di un’autorità religiosa, sulla Riforma di comunità religiose.
  • Barbe riceve da Dio, per l’intermediazione di Teresa d’Avila, l’ordine d’introdurre il Carmelo in Francia; il suo ruolo eminente, primordiale, è decisivo per la realizzazione di questo progetto,
  • Entra al Carmelo d’Amiens ; vi vive dolorosamente delle contraddizioni. E’ trasferita al Carmelo di Pontoise, apporta molto alle suore, e muore il 18 aprile 1618, in odore di santità.

E’ beatificata il 5 giugno 1791 per servire d’esempio ai Francesi immersi nel disordine religioso risultante della Rivoluzione. Il 1° aprile 1893, in occasione del primo centenario di questa beatificazione, il Cardinale arcivescovo di Parigi si augura che divenga la patrona delle famiglie parigine.